IL CASELLO DI TOLINE DI PISOGNE  SECONDA PARTE

(Cliccate sulle immagini per ingrandirle)

 

LA STUCCATURA

La fase di stuccatura è molto importante a mio avviso, poiché consente di eliminare tutte le fughe e le imperfezioni create durante la fase di montaggio della struttura di base, nonché di realizzare i muri in pietra o in mattoni in rilievo.

Infatti per me una delle cose che rendono più irreale un plastico anche ben eseguito sono fughe aperte, fessure sotto gli edifici, tra i vari pezzi, ecc.

Quindi, come si vede in foto 16, tutto il modulo è stato stuccato utilizzando comune stucco da legno/muro.

 In foto 17 si vede l’edificio con le fughe tra i vari pezzi stuccate e lisciate con la cartavetro. Inoltre i muri che dovranno essere in pietra sono stati ricoperti da uno strato di circa 1mm di stucco.

Come si vede in foto 18, lo stucco è stato dato piuttosto “grasso” ed irregolare, lasciando volutamente i segni della spatola, poiché l’intento finale è quello di rendere un muro di pietra irregolare, non liscio.

Se avessi voluto realizzare un muro di mattoni regolare avrei “tirato” e lisciato lo stucco con la spatola molto di più.

L’unico punto dove lo stucco è stato lisciato è la terrazza (foto 19).

Qui, dato che volevo realizzare un pavimento con blocchetti di cemento molto regolari, addirittura ho lisciato la superficie con cartavetro una volta asciugata.

 

L’INCISIONE

L’incisione è avvenuta utilizzando un attrezzo da dentista (ablatore del tartaro) comprato in fiera di modellismo sui banchi della ferramenta.

L’incisione è un’operazione un po’ lunga e noiosa: in futuro se possibile penserò di ricorrere a calchi in gesso o gomma partendo da piccoli tratti di muro campione.

La foto 20 mostra il particolare dei muri sotto al casello incisi.

Bisogna notare che per la buona riuscita dell’incisione lo stucco deve essere ben asciutto (almeno un giorno). Inoltre ho notato che lo stucco “prende” bene sul legno intatto; dove c’è colla tende invece a staccarsi, probabilmente perché si riduce la porosità del legno. Quindi è meglio evitare sbavature di colla sulle superfici dove realizzare i muri di stucco.

Qualcuno consiglia anche di inumidire il legno prima di stuccare, ma io qui non l’ho fatto.

 Le foto 21 e 22 mostrano la zona dell’edificio con le stuccature sulle pareti ed i muri incisi.

 

Nella foto 23 invece è raffigurata la zona della terrazza, dove lo stucco era stato levigato con la cartavetro e dove l’incisione è stata realizzata non a mano ma aiutandosi con un righello metallico in modo da ottenere un disegno regolare (pavimentazione a blocchetti di cemento).

 Anche il tratto di roccia a vista nella zona a monte della ferrovia è stata realizzata con un metodo analogo, come visibile nella foto 24.

 

 

 

LO STRATO DI COLLA

Una volta realizzata la stuccatura, si noterà che le strutture in stucco sono molto delicate, si rigano ed addirittura si staccano con le unghie; quindi è necessaria una patina protettiva.

Questa è realizzata mediante una passata di vinavil pura su tutte le superfici, che una volta indurita forma delle superfici dure ed elastiche. I muri in pietra ed i pavimenti sembrano poi quasi di plastica, con i singoli elementi che non possono più staccarsi o rovinarsi.

Le foto 25-26-27 mostrano l’effetto ottenuto nei vari punti del modulo; si noti l’effetto “plastica”.

   

La colla è colorata per dare un colore di base e per aiutarsi ad individuare dove si è arrivati a dipingere.

 

COLORAZIONE DEI MURI

La colorazione dei muri (foto 28) è stata eseguita con la tecnica del “pennello secco”, partendo dai colori più scuri e arrivando via via ai colori più chiari, con passate sempre più leggere del pennello.

A questo punto mi sono accorto di aver commesso un errore: lasciare come fondo la mano di colla. Essa infatti, anche se è scura, ha comunque un aspetto lucido che traspare nelle fughe dove non arrivano i colori più chiari, dando un effetto poco realistico. Quindi bisogna ricordarsi di dare una mano di fondo scura opaca. L’errore è stato poi mitigato “lavando” i muri con dei pigmenti diluiti color grigio e terra che si sono depositati nelle fessure opacizzando il tutto.

 

IL TETTO

Nonostante vi siano in commercio molti tetti già pronti, lo spirito di autocostruzione totale mi ha spinto a fabbricarmi il tetto da solo.

Il materiale utilizzato è costituito da del cartoncino recuperato da confezioni regalo (bottiglie, cioccolatini, ecc.). Esso presenta una faccia liscia ed una con onde molto strette.

La base del tetto è formata da una telaio di legno ricoperto da due falde di cartoncino spesso (foto 29).

Su di essa vengono incollate con bostik prima le grondaie, formate da strisce di alluminio (ricavate dalle vaschette per alimenti) piegate a misura aiutandosi con stuzzicadenti (foto 30 e 31).

 

Poi con vinavil si incollano le strisce di cartoncino ondulato precedentemente preparate (foto 32).

Ho utilizzato strisce da 8mm incollate sfalsate di 4mm, ma questa misura si può ritoccare in base alle dimensioni del tetto in modo da ottenere una distribuzione uniforme delle strisce anche per altre dimensioni della falda.

La foto 33 mostra il tetto con tutte le tegole in posto.

Sarà completato da un culmine di cartoncino, da delle velette laterali di alluminio e da dei falsi travetti incollati inferiormente.

 

VERNICIATURA E FINITURE

La foto 34 mostra l’edificio finito.

Il tetto è verniciato (con pennello a secco) e completato da un chiodo come comignolo. Altri tetti coprono i due fabbricati secondari.

L’edificio è verniciato a mano con colori acrilici da artista in tubetto.

Le ante sono in cartoncino e gli infissi delle finestre sono ricavati da pezzi di rete di plastica incollati all’interno dell’edificio insieme ad un foglio di acetato.

Le ringhiere sono formate da filo del telefono saldato mediante l’utilizzo di una dima in compensato con chiodi di riferimento.

Nella foto 35 si vede il muro e la terrazza finiti con la ringhiera prima descritta.

La recinzione tipo FS che separa la terrazza dalla sede ferroviaria è l’unico elemento commerciale del modulo.

L’erba è del tipo a filamenti disposti con sistema elettrostatico (kit della ditta Noch), che simulano l’erba “dritta”.

La foto 36 mostra invece il binario ed il muro di sostegno posteriore.

Il binario è inghiaiato e sporcato color ruggine ed è completato da segnali ferroviari e dagli spezzoni di rotaia piantati verticalmente che compaiono nella linea reale.

Il muro, realizzato come visto e “lavato” con i pigmenti, è sporcato dal materiale verde utilizzato per il versante sovrastante a simulare la vegetazione infestante.

Nella foto 37 si osserva il muro di sostegno a lago a fine lavori.

Ai sui piedi vi sono la spiaggia, fatta di sabbia fissata con acqua e vinavil, ed il lago, realizzato con resina trasparente bi-componente.

Seguono due immagini (foto38 e 39) panoramiche del modulo finito, con vista dal lato destro e da quello sinistro.

 

 

 

Marcello Fasani

 

pagina precedente